mercoledì 18 febbraio 2009

Vita

Sguardo spento, occhi fissi nel vuoto, il mio avvocato mi lascia parcheggiare la macchina e mi dà appuntamento al 5 piano aula B del tribunale.
Percorro la strada con il freddo che mi taglia il viso e cerco di avvolgermi nella mia sciarpa di Lana nera con i codini di volpe. Arrivo in aula con il fiatone penso di essere in ritardo, ma così non è perché attendo per oltre un ora il mio turno. Sono così nervosa, c’è tanta gente nell’aula , il mio avvocato mi spiega che le cause civili di separazione sono in aumento per cui la gente è tanta, e molti di loro sono avvocati e giovani praticanti di studi legali.
Ma ci sono anche persone come me che hanno voglia di seguire da vicino la propria causa e così ho fatto tutte le volte che c’è stato l’appuntamento per l’udienza successiva. Questa mattina sono particolarmente agitata e questi uomini che vedo camminare nell’aula con i fascicoli tra le mani e donne che stringono le loro borse al braccio mi sembrano fantasmi. Rifletto sulla condizione umana: è così che siamo fatti, prima Promesse Solenni e poi Difese Accanite contro comportamenti resi incivili da una condotta libera e arbitraria nei confronti di esseri deboli e molto spesso siamo noi donne a subirle. Il tutto costa una enorme cifra.
Entro nell’aula dove sono seduti tre magistrati dall’aria attenta e molto scrupolosa pronti ad applicare quella che è la normativa vigente in tema di diritto di separazione coniugale, le osservazioni sono tante, sono tutte a mio favore…rifletto: il mio avvocato non ha sbagliato a impostare la memoria di difesa, infine la condanna e appuntamento tra due mesi.
Vedo agitato il mio ex, furibondo comincia a parlare e viene espulso dall’aula, una paura mi assale è la stessa paura che ho vissuto in occasione della separazione; il mio avvocato si accorge e mi fa rimanere con lui in attesa che vadano via. Finalmente il coraggio mi torna e dico ora posso andare, me ne vado in ufficio così sto con gli altri e mi sentirò più tranquilla. Così è stato.
Ma la vita è fatta di queste cose e devo dire che i più fortunati riescono anche a sopravvivere c’è chi si permette di compiere gesti che vanno oltre ogni codice di comportamento che la chiesa definisce peccato mortale.
Ebbene … io ora, che non sono più credente cosa posso dire? Che per sopravvivere mi sono isolata dal mondo e che intrattengo relazioni sociali solo per lavoro e l’unico pregio che mi è rimasto è quello di veder crescere i figli al di fuori del matrimonio. Sono errori nostri e non appartengono alla generazione futura per cui il rispetto dei figli è sacrosanto e se lo pretendiamo da Loro siamo obbligati a fare altrettanto. A volte il grado di civiltà non è tale da essere compreso da ogni persona di buon senso e credo che io sono la persona più sfortunata che ha fatto ricorso ai giudici per avere difesi i diritti e garantita una sopravvivenza dignitosa.
La serata arriva e con essa anche la notte torbida di sogni distruttivi, sogno case che crollano e l’agitazione continua, mi sveglio ripetutamente, finalmente arriva l’alba, la sveglia del cellulare suona è ora di alzarmi e di caricarmi di nuova energia con una doccia caldissima che mi aiuterà sciogliere i movimenti e portare via tutti i cattivi pensieri della notte.
Le lacrime inondano i miei occhi, scendono copiose lungo il volto, sotto la doccia e poi mentre continuo a vestirmi, ma devo truccarmi non è il caso che io continui a piangere, allora con forza ingoio l’ultimo singhiozzo, con la matita rossa disegno il contorno delle labbra e dopo spargo il rossetto che mi ha regalato la mia amica S., con Lei mi confido e mi dà aiuto morale. Poi con la matita nera disegno il contorno degli occhi a forma di mandorla e far in modo che oltre gli occhiali lo sguardo sia piacevole. Corro in ufficio, la giornata trascorre lenta tra pratiche e telefonate di persone che cercano aiuto nel loro percorso all’uso degli uffici dell' azienda.
La giornata fredda e anche la neve pomeridiana non sembra aiutarmi perché mi costringe a rimanere in casa e quindi pensare ancora e vedere attimo per attimo il vissuto di questi due giorni… non mi interessa vedere la tivù, sono qui a scrivere e riprendere il filo della mia vita, quel filo che per un attimo ho pensato si fosse spezzato ed invece, mi sono accorta che è ancora più forte, intrecciato di sentimenti è come una corda da marinaio. Sono pronta ad annodarlo per avere la certezza che posso sempre arrivare ad un punto desiderato. Sono abbastanza forte proprio come quella corda intrecciata che neanche il continuo uso e l’acqua del mare potranno distruggere.

giovedì 12 febbraio 2009

OTTO E MEZZO



In studio Nichi Vendola, governatore della regione Puglia. e Italo Bocchino.

martedì 3 febbraio 2009

Urla-Sorriso


Questa mattina al mio arrivo in uno dei tanti ambulatori della ASL che visito tutti i giorni ho trovato G. una bimba di tre anni che urlava spaventata perchè non voleva fare il prelievo di sangue, la mamma era disperata...allora con un gesto estremo ho preso tra le mie braccia la bimba, l'ho tranquillizzata e così le hanno fatto il prelievo.
G. , alla fine del prelievo, mi ha sorriso, mi ha dato un bacio tenero sulla guancia e con gli occhietti colmi di lacrime mi guarda e mi dice grazie!
Tenera e bellissima, un viso d'angelo.