Orsa Maggiore, scendi, vellosa notte, nubiloso animale di pelo dagli occhi antichi, Occhi di stelle, dal folto irrompono le tue zampecon i lucenti artigli, Artigli di stelle, noi facciamo buona guardia alle greggi, ma siamo ammaliati da te, e diffidiamo dei tuoi fianchi stanchi e delle tue zanne acuminate, visibili a metà, vecchia Orsa. Una pigna: il vostro mondo. Voi: le scaglie che lo ricoprono. Io la sospingo, la rotolo dagli abeti all'inizio agli abeti alla fine, la sgrido, esamino il suo muso e la abbranco con le mie zampe. Abbiate timore o non ne abbiate! Riempite la borsa della questua e mettete una buona parola per il cieco, affinché lui tenga l'Orsa al guinzaglio. E speziate bene gli agnelli. Potrebbe essere che quest'Orsa si liberi, che non ci minacci più e vada in cerca delle pigne cadute dagli abeti; di quelle grosse, con le ali, che precipitano dal Paradiso. Ingeborg Bachmann
4 commenti:
Eppure a volte accade che una bella canzone faccia miracoli :).. Buona giornata
Un altro, Mary.
Chiudiamoci il passato alle spalle.
Passa da me a ritirare un premio.
Daccordo con Dyo, il passato è passato; dimenticare dimenticare dimenticare.
E le canzoni sono solo canzoni.
La musica distende gli animi, caro Luciano.Buon fine settimana a te.
Nita, sai quanto mi manca quello che ho perso.
Jean, proprio tu?Forse hai ragione o forse no.Buon fine settimana.
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